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La svolta del Fascismo PDF Stampa E-mail

www.anpi.it/1_il_primo_antifascismo.htm

La svolta del fascismo

Il fascismo nacque come movimento vagamente di sinistra, tuttavia, la fase “di sinistra” fu molto breve. Dopo le elezioni del 1919 che rappresentarono un fiasco solenne per i fascisti, ci fu una brusca virata ed il fascismo trovò le sue fortune nella saldatura con gli interessi agrari e industriali, contro le aspirazioni, di un mondo del lavoro che, dopo aver sopportato i tremendi sacrifici della guerra, voleva un profondo rinnovamento della vita nazionale a tutti i livelli.

Assistiamo così all’avvio di una violenza sistematica i cui obiettivi primari erano i sindacati, le camere del lavoro, le leghe contadine, le sedi dei partiti che al fascismo si opponevano, e che erano in primo luogo i partiti della sinistra.

Il primo documento che riproduciamo è una presa di posizione del Partito comunista del 3 marzo 1921, all’indomani di una sanguinosa scorreria a Firenze delle squadre fasciste, con numerose vittime tra gli oppositori:

“Compagni! In molte piazze e città d’Italia episodi sanguinosi della lotta tra il proletariato e le forze regolari ed irregolari della borghesia si susseguono con un crescendo eloquente. Tra le tante vittime, note od oscure, il partito comunista deve registrare la perdita di uno dei suoi militi più valorosi: Spartaco Lavagnini, caduto a Firenze al suo posto di responsabilità dinanzi al proletariato e al suo partito.

La parola d’ordine del partito comunista è quella di accettare la lotta sullo stesso terreno su cui la borghesia scende, attrattavi irresistibilmente dalla crisi mortale che la dilania; è di rispondere colla preparazione alla preparazione, coll’ organizzazione all’organizzazione, coll’ inquadramento all’inquadramento, colla disciplina alla disciplina, colla forza alla forza, colle armi alle armi.

Il Partito Comunista d’Italia”.

Nel febbraio del 1922 nacque così, a iniziativa delle maggiori organizzazioni sindacali l’Alleanza del Lavoro che si proponeva di difendere e tutelare le conquiste ottenute con dure lotte dai lavoratori:

Nei mesi successivi, con l’intensificarsi della violenza fascista cominciò, per certi aspetti, il lungo periodo della clandestinità. Nell’agosto l’Alleanza del Lavoro proclamò uno sciopero generale il cui appello fu firmato in modo significativo “Il Comitato segreto d’azione”. Si era ormai alla vigilia della marcia su Roma ed appariva chiara l’intenzione del movimento fascista di impadronirsi del potere politico con la forza, sostenuta dalla complicità della monarchia, che apparirà ancora più evidente in seguito, e di buona parte degli apparati militari e amministrativi dello Stato, inerti se non partecipi della violenza sistematica messa in atto:

Troppo note sono le vicende della cosiddetta marcia su Roma del 28 ottobre 1922 per tornarvi sopra in modo dettagliato. Il re abdicò alla sua funzione di garante dello Statuto affidando la guida del governo al capo di squadre armate che, senza trovare opposizione da parte delle forze armate ufficiali

La legge Acerbo e le elezioni del 1925

Un Parlamento ormai esautorato e ridotto all’ombra di una assemblea elettiva votò una legge elettorale – con l’assenso anche del Partito popolare evidentemente per le forti pressioni della gerarchia ecclesiastica, la famigerata legge Acerbo in base alla quale la lista che avesse ottenuto il 25 per cento dei voti avrebbe conquistato la maggioranza assoluta dei seggi.

Le elezioni si svolsero in un clima di violenza in forza del quale le opposizioni furono impedite in modo sistematico di svolgere una campagna elettorale degna di questo nome. Era in gioco, infatti, la sopravvivenza fisica e familiare di chiunque, candidato o elettore, avesse provato a contendere i voti al “listone” messo in piedi dai fascisti con la adesione di parecchi cosiddetti “liberali”.

L’ultimo discorso parlamentare di Giacomo Matteotti, implacabile contestazione della validità di elezioni che di legale non avevano avuto nulla, mostra in tutta la sua drammaticità il clima di questa fase della vita italiana. L’intervento di Matteotti risale al 30 maggio 1924. Il parlamentare socialista ebbe quasi la profetica premonizione della sua sorte, tanto è vero che, finito di parlare, disse ai colleghi: “Ed ora, potete preparare il mio funerale”

 
Engles Profili 2010 - Pubblicazione a cura di Lykonos