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I Triangoli PDF Stampa E-mail

Per approfondire, vedi la voce Simboli dei campi di concentramento nazisti.

I prigionieri, al loro arrivo, erano obbligati ad indossare dei triangoli colorati sugli abiti, che qualificavano visamente il tipo di «offesa» per la quale erano stati internati. I più comunemente usati erano:

· Giallo: ebrei — due triangoli sovrapposti a formare una stella di David, con la parola Jude (Giudeo) scritta sopra

· Rosso: dissidenti politici, compresi i comunisti

· Rosso con al centro la lettera S: repubblicani spagnoli

· Verde: criminali comuni

· Viola: Testimoni di Geova

· Blu: immigranti

· Marrone: zingari

· Nero: lesbiche e soggetti “antisociali”

· Rosa: omosessuali maschi

 

Interpretazioni storiche

Come per ogni altro evento della storia, gli studiosi continuano a dibattere su cosa è avvenuto esattamente e perché. Tra le domande principali cui gli storici hanno cercato di dare risposta troviamo:

Quante persone vennero uccise nell’olocausto?

Chi fu coinvolto direttamente nelle uccisioni?

Chi autorizzò le uccisioni?

Chi sapeva delle uccisioni?

Perché la gente partecipò direttamente, autorizzò o accettò tacitamente le uccisioni?

Funzionalismo contro Intenzionalismo

Per approfondire, vedi la voce Funzionalismo contro intenzionalismo.

Una questione principale negli studi contemporanei sull’olocausto e quella del funzionalismo contro l’intenzionalismo. Gli intenzionalisti sostengono che l’olocausto venne pianificato da Hitler sin dall’inizio. Per i funzionalisti invece, l’olocausto iniziò nel 1942 come risultato del fallimento della politica di deportazioni nazista e delle imminenti perdite militari in Russia. Essi sostengono che le fantasie di sterminio delineate nel Mein Kampf e in altra letteratura nazista furono mera propaganda e non costituivano dei piani concreti.

L’Olocausto ed il consenso della popolazione tedesca

Un’altra controversia è stata avviata dallo storico Daniel Goldhagen, il quale sostiene che la gente comune tedesca conosceva ed era una partecipante volontaria dell’olocausto, il quale affonderebbe le sue radici in un profondo e antico antisemitismo eliminazionista tedesco. Altri sostengono che mentre l’antisemitismo era innegabilmente presente in Germania, lo sterminio era sconosciuto ai più e dovette essere rafforzato dall’apparato dittatoriale nazista.

Revisionisti e Negazionisti

Alcuni storici, spesso legati ad ambienti neonazisti, hanno messo fortemente in discussione la verità dell’olocausto, oscillando fra un forte scetticismo sui numeri e sulle cause (“revisionisti”), fino alla totale negazione dell’evento (“negazionisti dell’olocausto”). In particolare contestano la stima di 6 milioni di ebrei morti che reputano non documentata e non documentabile e superiore di 10 volte ai valori reali.

Generalmente ritengono che i deportati morissero di fame e di tifo. Il tifo (all’epoca pressoché incurabile nè prevenibile) veniva trasmesso dai pidocchi presenti a causa delle pessime condizioni igieniche in cui vivevano i gli internati. I cadaveri sarebbero quindi stati trattati con l’insetticida Zyclon B (prodotto all’epoca dalla IG Farben e ancora oggi in uso) per uccidere i pidocchi ed evitare ai tedeschi di contrarre la malattia mentre li portavano nei forni crematori.

È pur vero che, anche senza contrarre il tifo, la vita media nei campi di sterminio era comunque molto bassa a causa della fame e dei ritmi di lavoro massacranti. Indipendentemente da quanti siano stati i deportati, poche centinaia furono i sopravvissuti ritrovati dagli Alleati (nel 1945); comunque pochissimi, se si tiene conto che dall’inizio dello sterminio erano passati solamente 4 anni.

Il revisionismo dell’olocausto invece sostiene che vennero uccisi molto meno di 5-6 milioni di ebrei, e che le esecuzioni non furono il frutto di una deliberata politica nazista. Anche se i revisionisti sostengono di poter portare prove documentali a loro supporto, i loro critici fanno notare che le prove sono difettose, le ricerche tendenziose e le conclusioni predeterminate. Molti sostengono che il revisionismo sia una forma di antisemitismo e di conseguenza equivalente al negazionismo.

Una delle principali argomentazioni contro l’entità dell’olocausto riguarda il numero di cadaveri cremati: una media di oltre 10.000 cremazioni al giorno (oltre 400 all’ora) per quattro anni consecutivi avrebbe richiesto una quantità di forni superiore a quelli effettivamente trovati. Inoltre ci sarebbero state ingenti spese per il carburante.

Inoltre, i revisionisti avevano obiettato che tutti i campi di sterminio si trovavano oltre la cortina di ferro, e pertanto era impossibile accedervi e verificare poiché la Guerra Fredda era in corso. Naturalmente, questa obiezione è caduta con il muro di Berlino. La pubblica esposizione di tesi negazioniste è attualmente un crimine in molti paesi europei: Francia, Spagna, Polonia, Austria, Svizzera, Belgio, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania, Germania, Cipro e Lussemburgo.

Teologia dell’olocausto

Alla luce dell’enormità di ciò che venne visto nell’olocausto, molte persone hanno riesaminato la visione teologica classica della bontà divina e dell’intervento divino sul mondo. “Come può la gente avere ancora fede dopo l’olocausto?” Per le risposte teologiche alle questioni sollevate dall’olocausto si veda Teologia dell’olocausto.

Conseguenze politiche

L’olocausto ha una serie di ramificazioni politiche e sociali che arrivano fino al presente. Il bisogno di una patria per molti rifugiati ebrei portò una parte di loro a emigrare in Palestina, gran parte della quale sarebbe ben presto diventata il moderno Stato di Israele. Questa immigrazione ha avuto un effetto diretto sugli Arabi della regione, che è discusso negli articoli sul conflitto arabo-israeliano, il conflitto israelo-palestinese e quelli ad essi correlati.

Etica e memoria

Il significato della Shoah rinvia indissolubilmente al senso del ricordo per il presente e alla ribellione al disumano quale espressione testimoniale di coesistenza contro la riduzione a cosa perpetrata nei confronti del nostro vivere in cui è da riconoscere una nuova e possibile aggressione dell’essenza criminale rivelata dal nazionalsocialismo.

Cfr. Theodor Adorno, Dietrich Bonhoeffer, Paul Celan, Primo Levi, Stefano Malpangotti, Friedrich Kellner.

Note

1.  Da notare che le leggi di Norimberga non discriminavano l’appartenenza alla fede ebraica, ma la stirpe (l’essere figlio o nipote di ebrei) e quindi l’origine ebraica. Per questo, negli anni successivi, vennero perseguitati indifferentemente ebrei praticanti e non praticanti ed anche ebrei convertiti ad altre fedi.

2.  Il Governatorato Generale comprendeva la maggior parte della Polonia, esclusi alcuni distretti al confine occidentale (Slesia, Pomerania) che erano stati inglobati direttamente nel Reich.

3.  Si trattava di autocarri con la zona di carico sigillata ermeticamente e collegata ai gas di scarico dell’automezzo stesso.

4.  Dichiarazione dei Fatti dei testimoni di Geova.

 

 
Engles Profili 2010 - Pubblicazione a cura di Lykonos