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Come si viveva in Italia nel 1935 PDF Stampa E-mail

utenti.lycos.it/storia_novecento/Italia35.htm

Rispetto ai primi anni del novecento, negli anni trenta le condizioni di vita erano decisamente migliorate. Se potessi avere mille lire al mese, iniziava una notissima canzone dell’epoca. In realtà i salari medi degli operai erano di 500 lire mensili; un impiegato di buon livello ne poteva guadagnare al massimo 850. Le 1000£ erano il traguardo di un funzionario di livello direttivo.

Nelle città le comodità della luce elettrica, dell’acqua corrente, il riscaldamento erano ora molto più diffuse: insieme a una stanza da bagno si trovavano ora anche nelle case degli impiegati e dei piccoli borghesi, ed anche nelle case operaie di nuova costruzione. Su una popolazione di 42 milioni di abitanti si contavano in quegli anni oltre 4 milioni di biciclette e circa 200.000 motocicli e ciclomotori. Non più di 250000 erano le vetture private che circolavano: le più diffuse erano la Fiat Balilla e la Fiat 500 topolino, lanciata proprio in quegli anni al prezzo di 8900£. Ogni luogo di ritrovo era dotato di un apparecchio radio.

Alla radio d’altronde il fascismo affidava buona parte della sua propaganda.

Si stavano diffondendo anche gli apparecchi radio di proprietà privata. Uno di tipo economico poteva costare circa 500£ pagabili anche in 12 o in 24 rate. Esistevano inoltre, a prezzi bassi, piccole radio che l’acquirente si poteva montare in casa da solo.

Un ciclomotore per strada 1800£ e una moto di 250 CC 5500 £; una macchina fotografica360£, una torcia elettrica manuale 70£, la scatola piccola del famoso gioco di meccano 23£. Altri prodotti erano assai più cari: l’edizione completa di un’opera di Verdi, l’Aida in 19 dischi, costava ben 610 .

Per le famiglie operaie, il cui livello di vita restava modesto, esistevano migliaia di spacci aziendali o cooperativi i cui prezzi erano più bassi di quelli dei negozi privati. In questi spacci un chilo di riso costava 2 £, 3£ e 70 centesimi era il prezzo di un Kg di pasta, 5 £ di una confezione di carne in scatola, 2£ di un etto di burro e una £ di un Kg di patate. Pur con queste agevolazioni, oltre la metà della paga serviva per sfamarsi. Per confronto oggi la spesa media delle famiglie per mangiare equivale al 20% delle sue entrate.

Nelle campagne dell’Italia centro- settentrionale le famiglie contadine avevano ottenuto condizioni di vita migliori, ma le abitazioni erano ancora prive di riscaldamento, (esisteva solo un grande camino), di acqua corrente, (si usava un pozzo nel cortile,) e di luce elettrica. Nel mezzogiorno e in Sicilia molte famiglie delle campagne continuavano a vivere in abitazioni cadenti, e potevano contare su paghe molto basse, del tutto insufficienti a garantire la sopravvivenza per tutto l’anno. Molti contadini svolgevano così dividersi i lavori: erano al tempo stesso braccianti, fabbri, falegnami o lavoravano alla manutenzione delle strade e delle linee ferroviarie. Nella paga giornaliera del bracciante erano spesso incluse una razione di pane e di vino con dentro il suo contenuto di zucchero.

La durata media della vita all’epoca, superava di poco i 55anni ( oggi ricordiamo è tra i 77 e gli 80) .

 

 
Engles Profili 2010 - Pubblicazione a cura di Lykonos