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La romanità del fascismo PDF Stampa E-mail

http://utenti.multimania.it/storia_novecento/romanita.htm

Dittatura e regime totalitario

Il fascismo fu una dittatura

perché costituì il potere assoluto di una persona sola. Benito Mussolini si impadronì dei tre poteri fondamentali dello stato: legislativo, esecutivo, giudiziario.

Il fascismo fu anche un regime totalitario.

Con il termine regime totalitario si vuole sottolineare invece il ruolo svolto dal fascismo come unica opinione politica permessa e unico partito politico esistente.

Il regime fascista volle occupare tutti gli aspetti della vita, regolando anche il ruolo della famiglia, il mondo del lavoro, lo sport e il tempo libero.

La romanità e il militarismo

La propaganda del regime cercò di stabilire un continuo parallelismo fra il fascismo e l’antica Roma. L’idea era quella di presentare l’Italia fascista come l’erede di Roma imperiale, come il paese che, dopo duemila anni ne rinnovava i trionfi. In questa luce, Mussolini fu raffigurato come un capo potente e vittorioso, degno di stare alla pari con i grandi condottieri romani. Per questo egli fu chiamato duce come a Roma venivano chiamati i generali vittoriosi. Per lo stesso motivo fu introdotto l’uso del saluto romano col braccio alzato, il saluto che le legioni romane riservavano ai comandanti vittoriosi. Il Mediterraneo fu chiamato “mare nostrum” per significare che l’Italia era di nuovo destinata a dominarlo, come ai tempi di Roma. Il mito di Roma fu tutt’uno col militarismo e con l’imperialismo che dovevano caratterizzare l’Italia fascista.

Il ruolo che la donna come madre venne esaltato dal fascismo perché il duce chiedeva molti figli, così da dare alla patria numerosi soldati e ai campi e alle colonne molte braccia per lavorare la terra. “Il numero è potenza” fu uno slogan del regime. La donna divenne così “l’angelo del focolare” ma fu anche esclusa dall’insegnamento nei licei e dalla pubblica amministrazione. E il fascismo non esitò a parlare di una donna inferiore all’uomo, in quanto “il cervello femminile non è per natura preparato alle scienze, alla matematica, alla filosofia, all’architettura“.

La militarizzazione e la “fascistizzazione” del paese ebbero anche aspetti ridicoli: venne introdotto l’obbligo della divisa fascista durante le feste; venne imposto l’uso del “voi” al posto del “lei” e la lingua parlata e scritta; vennero messe al bando certe parole straniere di uso corrente sostituite con altre italiane create per l’occasione.

Per un popolo di conquistatori, come il duce voleva che fossero gli italiani, l’azione, la giovinezza, il dinamismo, il vigore fisico avevano valore primario. Per dare un esempio al paese anche il duce e i gerarchi, a volte piuttosto anziani e tutt’altro che atletici, dovevano mostrarsi solo in posture marziali ed esibirsi in esercizi sportivi complicati e difficili.

 
Engles Profili 2010 - Pubblicazione a cura di Lykonos