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Le leggi razziste PDF Stampa E-mail

Nel 1938 per allinearsi alla Germania nazista vennero introdotte anche in Italia leggi razziste contro gli Ebrei che:

  •   non poterono più frequentare le scuole pubbliche;
  •  vennero esclusi da tutti gli impieghi statali; molti grandi studiosi dovettero così abbandonare l’università e la ricerca scientifica e continuare i propri studi in America o in Inghilterra;
  •  non poterono più sposare persone non ebree;

Queste misure, subito condannate dalla chiesa, turbarono le coscienze di molti Italiani prima aderenti alle idee fasciste, e li indussero a prendere le distanze sia dalla malvagia stupidità di tali misure e sia dal militarismo di Mussolini

Nel 1938 la Germania invase l’Austria. Mussolini, che nel 1934 si era opposto duramente, lasciò fare. L’anno dopo, in compenso, occupò a sua volta l’Albania.

Nel 1939 l’Italia firmò con la Germania il Patto d’Acciaio. Con questa sciagurata alleanza militare l’Italia si legò completamente alla Germania e si avviò a seguirla nella tragica avventura della seconda guerra mondiale.

Il grande errore di Mussolini fu quello tipico di molti altri dittatori: egli si isolò sia dalla società italiana che dalla cultura degli altri paesi europei.

Nessuno di quelli che lo circondavano avevano il coraggio di contraddirlo o di aprirgli gli occhi.

Finì per credere di avere sempre ragione e di essere alla testa di una nazione militarmente potente.

Inoltre Mussolini non si rese conto che il popolo italiano non condivideva la delirante aggressività del nazismo né la sua politica antiebraica.

Di fronte a questi fatti, molti che avevano sostenuto o tollerato il fascismo, molti giovani allevati nelle idee fasciste, persino molti militari persero la fiducia nel regime. In seguito non pochi sarebbero diventati antifascisti e avrebbero combattuto nelle file della resistenza.

 
Engles Profili 2010 - Pubblicazione a cura di Lykonos